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1) Dizion. 5° Ed. .
FORBICE.
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FORBICE.
Definiz: Sost. femm. Strumento di acciaio o di ferro per tagliare tela, panno, capelli, e simili, composto di due lame affilate terminanti nella parte inferiore in forma d'occhio per infilarvi il pollice e l'indice, le quali essendo imperniate nel mezzo l'una sull'altra, si aprono quasi in croce e, richiudendole, vengono a riscontrarsi nel taglio. Usasi comunem. nel numero plurale.
Dal lat. forfex per mezzo dell'antiquato forfice. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 274: Quando [il mele] avrà cominciato a bollire, vi si giungano quattro libbre di rose verdi, con le forbici o col coltello tagliate.
Esempio: Gell. Sport. Prol. 4 t.: Avendo tutto 'l giorno a combattere con le forbice e con l'ago.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 4, 150: Quando l'ago la punta, ove desìa, Più por non può, chè l'accia è troppo corta, Con le forbici taglia, e getta via La parte che riman, la mano accorta.
Esempio: Cellin. Pros. 147: Di poi si piglia un paio di forbice che taglino bene; e tutto l'oro che tu vuoi macinare, tritalo in piccoli pezzuoli.
Esempio: Grazz. Rim. 2, 60: Le forbice e 'l rasoio traditore A mozzare ed a rader cominciaro.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 375: Trotta, sesso più nobile e maschile, Come asinel che sul mercato porti Forbici, cordelline, agucchie e nastri Di qua, di là sugl'incalliti fianchi, ec.
Esempio: Parin. Poes. 41: E qui cucite Abbia ricco sartor, che in su lo scudo Mostri intrecciato a forbici eleganti Il titol di Monsieur.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 13, 67: Conobbi Giovan Paolo Ansidei Tra i Perugini parere un Ettorre, E come Parca al buon Santi Mattei Colla forbice sua tentò disciorre Il vital nodo.
Definiz: § II. In locuz. figur. e figuratam. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 20: Ed io, che scansat'ho brighe e fastidj,... Debba ora infra le forbici del dubbio Sospeso rimaner, ec.
Esempio: Giust. Vers. 43: Come di Corte riempir lo scanno Che vuotan Conti tribolati? e come Le forbici menar, se manca il panno?
Esempio: E Giust. Vers. 123: Posate di censori Le forbici ignoranti.
Definiz: § III. Forbici, si chiamano Varj arnesi che avendo tanto o quanto somiglianza colle forbici comuni, si adoprano per usi chirurgici, per potare le piante, tosare le pecore od altri animali, per cimare i tessuti, ec. –
Esempio: Benciv. Mes. 162: Si cura [il polipo] tagliandolo allato alla radice colle forbice.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 31: Si può [l'assenzio].... por fitto dove si voglia fare spallierette,... e tosato e pareggiato colle forbici, comparirà bene.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 170: Fa gran cespuglio [la maggiorana], il quale con le forbici si può formare a che foggia si vuole, o di animale, o di aguglia o palla, o altra figura, che tutte piglia, essondo alle forbici obbedientissima.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 254: Il ramerino.... è obbedientissimo alle forbici, e se gli può dare, come alla mortella di Spagna, quella forma che altri vuole, e mantenerla con lo studio ed artifizio delle medesime forbici.
Definiz: § IV. Forbice si chiama, per similit., La parte estrema delle due branche de' granchi, de' gamberi, degli scorpioni, ed altri simili animali, biforcata e per lo più dentellata. –
Esempio: Red. Esp. Insett. 51: Il lor colore è per lo più un verdegiallo,... fuorchè nel pungiglione e nelle due forbici.
Esempio: E Red. Esp. Insett. 52: Le gambe son otto, e le due prime vicine a' tronchi delle forbici son più corte di tutte.
Esempio: E Red. Esp. Insett. appr.: Sovr'esso dorso, in quella parte ch'è tra' due tronchi delle forbici, scorgonsi due piccolissime eminenze ritonde, ec.
Definiz: § V. Pure per similit., Forbice si chiama anche Un insetto che ha la coda biforcata, e che più spesso sta nei fichi e in altri frutti.
Definiz: § VI. E per Quel punto in cui le funi maestre delle reti da paretaio si congiungono e insieme si annodano, il quale comunemente dicesi Forcella. –
Esempio: Olin. Uccell. 67: Si congiungon le dette maestre a un nodo che le medesime fanno, che dicesi la forbice.
Definiz: § VII. Term. di Architettura militare. Opera alta di fortificazione innanzi alla cortina, la quale si distende verso la campagna con due punte somiglianti a quelle delle forbici aperte; più comunem. Tanaglia. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 150: Facendo due mezzi baloardi, i quali vengono a terminare sopra i precipizj: e questa maniera di fortificare si domanda forbice o tanaglia.
Esempio: E Galil. Op. fis. mat. 1, 165: De' quali fianchi non ve ne sono de' reali altri che le forbici, le quali sono in effetto due mezzi baloardi.
Definiz: § VIII. Term. della Milizia. Nome che davasi ad un'Ordinanza, nella quale i soldati venivano disposti nella forma che hanno le punte delle forbici aperte. –
Esempio: Montecucc. Op. 1, 93: Di un battaglione quadrilungo si formano agevolmente tutte le altre figure, cioè la forbice che nel verso opposto dà il cuneo.
Definiz: § IX. Forbice si disse uno Strumento di ferro per uso di tirare in alto le pietre. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 62, 2: Forbice.... Uno strumento di ferro fatto a somiglianza della lettera X, con rampi di ferro vòlti all'indietro, di cui si servivano gli antichi per pigliare i pesi, massimamente di pietra, che dovevano tirare o alzare; perchè i rampi di sopra di tale strumento mordevano i pesi, e quegli tenacemente strignevano a forza d'una certa fune, la quale, strettamente legata a' rampi di sotto, strigneva fortemente il tratto di essa forbice.
Definiz: § X. Forbici! e anche Forbice! usasi familiarmente a modo esclamativo, riferendolo a persona la quale seguiti ostinatamente a fare o a dire ciò che le è stato proibito o sconsigliato, o che si ostini a difendere il torto. Maniera desunta dalla nota storiella. –
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 15: Ah pur sì, forbice, Non odi tu che non l'ha avuto?
Esempio: Salv. Infarin. sec. 389: Pur forbice. Fa di bisogno che proviate voi questi falli.
Esempio: E Salv. Spin. 3, 2: Va' via, levati, partiti. Sì, forbice: Tu pure innanzi con quella fune.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 53: E dàgli e picchia, risuona e martella; Ma forbice, l'è sempre quella bella.
Esempio: Fag. Rim. 1, 133: Ma quel suggettaccio, Forbice, oibò, non se n'andava più.
Esempio: E Fag. Comm. 6, 231: E lui ripiglia con enfasi: I par mia debbono spendere; o spendete il vostro, e non quel degli altri, canchero vi mangi, replico io con tutta carità; sì, e lui forbice.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 209: Ma forbice; le donne ingarzullite Versano a precipizio, e poco giova Il replicare: e quando la finite?
Esempio: Bracc. R. Dial. 120: Suol dire il proverbio, che chi è rimaso scottato una volta dall'acqua bollente, suol aver paura anche della fredda: ma voi, forbice; siete più ostinato d'un giudeo.
Definiz: § XI. Si usò assolutam., per esclamazione esprimente maraviglia, disapprovazione, e simili. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 190: Si veste, giuoca e pacchia. F. Forbice! L'è una macchia Ch'ogni sapon non lava.
Definiz: § XII. A forbice, posto avverbialmente, coi verbi Tenere a forbice, Disporre a forbice, Formare a forbice, riferito a milizie, esercito, navi, vale In figura di forbice, In quella maniera d'ordinanza che si chiama Forbice. –
Esempio: Alton. Sold. 73: Cesare.... formava le sue battaglie a forbice, sì come usava Pompeo.
Esempio: E Alton. Sold. 123: Sì che il tenere ed osservare, sì come si è detto e dimostro nelli Ordini della soldatessa terrestre, di dover tenere sempre i corpi a forbice,... essendo il più vero e sicuro modo da poter vincere, ec.
Definiz: § XIII. A forbice, usato come aggiunto di cortina a forbice, o di altra opera di fortificazione, vale Che ha la fronte formata da due linee congiunte ad angolo in dentro e due lunghi lati che si stendono verso la piazza. –
Esempio: March. Archit. milit. 58: Nel decimo quarto disegno vi è una pianta a forbice di otto baluardi e otto piatteforme.
Esempio: Tens. Fortif. 1, 21: La cortina ne' tempi passati è stata fatta differentemente, cioè retta, riflessa, dentata ed a forbice.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 4, 175: In altro modo rinforzar voleano il Tartaglia e l'Alghisi, facendo la cortina a forbice, e con angolo entrante, con che la metà delle mura potesse difender l'altra.
Definiz: § XIV. Avere uno nelle forbici, vale figuratam., Averlo in proprio arbitrio e potere. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 433: Ci si vorrìa tagliare il collo, se quando noi ne aviamo un di voi nelle forbice, noi non lo tosiamo a modo nostro.
Esempio: Tocc. Lett. 99: Non vorrei che voi credeste che questa volontà permissiva, colla quale io ho fatto venir fuori l'Orsi a difendersi, io me la fossi sognata e fattagliene dire, per averlo nelle forbice, colla risposta che voi trappoco udirete che io gli darò.
Definiz: § XV. Condurre alcuno nelle forbici, vale figuratam., Condurlo in angusta e pericolosa condizione; ed Essere alcuno nelle forbici, vale Trovarsi in angustia, Essere attorniato da pericoli. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 209: Ma ne doleva fino al cuore a quelli amici da buon tempo, che lo avevano condotto in queste forbici.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 124: E non mi curo d'essere in queste forbici, poichè v'ho data occasione di fare una cosa sì bella.
Esempio: Dav. Tac. 2, 64: Celso cede passo passo, conduceli nelle forbice, perchè gli aiuti a' fianchi, la legione a fronte, e i cavalli girando lor dietro, subitamente gli accerchiarono.
Definiz: § XVI. Dir sempre forbici, è maniera che vale Ostinarsi contro ogni ragione. –
Esempio: Zibald. Andr. 128: Non si dee ingelosire la donna in niuno modo nè rimproverarle la follia ch'ella arà fatta; e se lo fai, tu le accendi da capo lo fuoco al cuore di mal fare, e sempre dirien forbici.
Definiz: § XVII. Esser sempre forbici, dicesi a proposito di cosa che, per quanto si faccia, non ci riesce mai come vorremmo. –
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 150: Metti lo scheletro in un modo, e mettilo in un altro, le sono state sempre forbice, e non ci è mai stato verso che lo scheletro voglia star mai ritto.
Definiz: § XVIII. Menar le forbici addosso ad alcuno, dicesi in modo familiare e figurato per Dirne molto male.